46° Congresso Pri. Mozione n. 2. Questa mozione ha ottenuto il 15 per cento dei voti

Il periodo che il Paese attraversa impone ai Repubblicani scelte importanti tese a modificare un quadro politico assolutamente inadeguato a rispondere ai problemi politici, economici e sociali che, da troppo tempo irrisolti, rischiano di far regredire la nostra società, senza dare ai giovani una concreta prospettiva.

I recenti sviluppi della situazione internazionale rendono ancora più cupe le previsioni economiche e sociali dell’Italia.

La maggioranza di centro-destra dimostra la propria incapacità culturale e politica a proporre un quadro coerente di riforme corrispondenti alle necessità del Paese, appare sempre più estranea alle esperienze liberali dei Paesi Europei; e cosa ancor più grave, persegue una politica internazionale che marginalizza l’Italia in Europa e nel mondo.

Il suo fallimento politico è anche espressione dell’obiettiva inadeguatezza del nostro bipolarismo condizionato dai due partiti maggiori.

Cosa che impone la ricerca, anche con una nuova legge elettorale, di un sistema politico multipolare, premessa fondamentale per la nascita di un’area liberaldemocratica riconoscibile e incisiva.

Tutto questo richiede una risposta politica dei repubblicani.

Come primo atto ormai indifferibile si impone l’immediata fuoriuscita del PRI dalla maggioranza di centrodestra per poter contribuire politicamente, organizzativamente e sul piano programmatico alla costruzione di un’area riformatrice con tutte le componenti che oggi concorrono alla nascita della nuova aggregazione politica definita "Terzo Polo". Con l’obiettivo di rappresentare quella parte della società che non si riconosce più nei due poli attuali e che in buona parte si è rifugiata nel non voto.

Questo sulla base della condivisione di alcuni elementi essenziali, cioè la stessa critica al sistema attuale, la stessa sensibilità istituzionale, la stessa idea di sviluppo e la stessa visione economica e sociale e la volontà di rappresentare una risposta di emergenza democratica nel Paese.

In questa prospettiva si rende indispensabile un profondo ricambio degli organi dirigenti del partito per assicurare al PRI nuove energie che sappiano al meglio interpretare la nuova linea politica e di improntarne l’azione al recupero dei valori tradizionali dei Repubblicani: competenza, rigore lungimiranza, laicità, senso delle istituzioni ed un amore secolare per l’Italia unita dai nostri Padri.

Sergio Savoldi, Paolo Gambi, Mario Guidazzi, Carmine Bevilacqua, Paolo Arsena