|   | Destino
  ungherese Sessant’anni fa Budapest
  insorse E’
  passata quasi sotto tono la ricorrenza del 23 ottobre 1956 a Budapest, il
  primo passo compiuto per emancipare l’est europeo dal regime del socialismo
  reale. Ancora nel 1989, un giovane dissidente liberal con grande coraggio
  chiedeva che le truppe occupanti dell’armata rossa dovevano lasciare il
  Paese. Quel giovanotto si chiamava Victor Orban e di strada da allora ne ha
  fatta anche troppa. Avendo maturato migliori rapporti con Putin che con gli
  altri leader occidentali, Orban ora appare il più imbarazzato di tutti a
  ricordare la figura di Nagy e la viltà sovietica che promessagli salva la
  vita, lo fece impiccare. Tutto sommato Orban preferisce Horty, il dittatore
  filo nazista. Persino il premier polacco, l’unico capo di governo presente
  alla ricorrenza era anche in difficoltà. La Polonia di Walesa deve tutto alla
  rivoluzione ungherese, salvo che il governo bigotto e reazionario di Varsavia
  con Walesa non c’entra più niente. E’ chiaro che Kaczinsky e Orban sembrano
  fatti l’uno per l’altro, non fosse per il ritorno di fiamma del leader
  ungherese per la Russia di Putin lascia impietrito quello polacco per il
  quale i russi sono nemici dai tempi dello zar. L’est europeo è diviso al suo
  interno così come lo è con il resto del continente. Lo stesso occidente da
  parte sua non ha tutta questa voglia di ricordare la date dell’insurrezione di
  Varsavia e la mesta esperienza del comunismo dal “volto umano”, Al dunque non
  mosse un solo dito per difenderla. L’Europa occidentale era assente allora
  come è stata assente ieri alla celebrazione della ricorrenza. Meglio
  dimenticare. E si che il 23 ottobre del 1956 fu un giorno eroico, il primo
  oltre cortina in cui un popolo contestò il suo oppressore militare e fu
  pronto a pagare con la stessa vita tanto ardore, Curioso destino quello
  dell’Ungheria di Orban, nata dalla lotta prima e dalla emigrazione poi e che
  ora si distingue principalmente per la sua isterica battaglia contro i
  migranti. Dopo il 1956 furono gli ungheresi che cercarono scampo oltre
  confine per fuggire alla repressione ed alla guerra civile, ora sono loro i
  primi a voler alzare muri contro coloro che fuggono da drammi simili a quelli
  vissuti da loro stessi nel secolo scorso. Roma, 24
  ottobre 2016 |   |